La crescente adozione di tecnologie data-driven sta rivoluzionando l’agricoltura italiana, con un focus sempre più marcato sull’intelligenza e meno sulla meccanizzazione
Il panorama dell’AgriTech italiano: evoluzione e nuove direzioni
Il settore agricolo italiano sta vivendo una trasformazione digitale che, pur registrando una leggera flessione negli investimenti complessivi nell’ultimo anno, mostra segnali di maggiore maturità e consapevolezza.
Secondo i dati dell’Osservatorio Smart AgriFood 2025 del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia, il mercato dell’Agricoltura 4.0 in Italia ha registrato una contrazione, passando dai 2,5 miliardi di euro del 2023 ai 2,3 miliardi di euro nel 2024, con un calo dell’8%.
Tuttavia, questo dato nasconde una tendenza significativa: mentre diminuiscono gli investimenti in hardware e macchinari, crescono quelli in software e soluzioni per la gestione e l’analisi dei dati. Le aziende agricole italiane stanno progressivamente spostando la loro attenzione dalle “macchine” all'”intelligenza“, privilegiando Farm Management Information System, Decision Support System e sistemi di monitoraggio e mappatura.
Tecnologie data-driven: la nuova frontiera dell’agricoltura
L’analisi delle tecnologie abilitanti rivela la forte prevalenza di soluzioni orientate ai dati:
- Big data analytics rappresentano il 70% delle tecnologie implementate
- Soluzioni software generali raggiungono il 50%
- IoT si attesta al 48%
Particolarmente rilevante è l’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale, che in breve tempo è passata da una quota dell’11% al 33% delle tecnologie adottate. Anche le startup del settore mostrano un incremento del 22% nell’utilizzo di AI e Machine Learning nelle loro soluzioni.
L’intelligenza artificiale viene principalmente applicata nella gestione delle attività in campo, nella protezione delle colture e nel monitoraggio preciso dei fattori di produzione come acqua, agrofarmaci e fertilizzanti. Nelle filiere, invece, l’AI è utilizzata per il monitoraggio degli obiettivi di sostenibilità e per il controllo di qualità.
Adozione del digitale: un percorso ancora in evoluzione
Nonostante i progressi, la ricerca evidenzia che la diffusione delle tecnologie digitali nel settore agricolo italiano rimane limitata:
- Solo il 9,5% della superficie agricola è coltivata con pratiche digitali (in leggero aumento rispetto al 9% del 2023)
- Il 94% degli investimenti in innovazione del 2024 è stato effettuato da aziende già utilizzatrici
- Su un campione di 1.250 aziende, solo il 12% ha adottato almeno una soluzione di Agricoltura 4.0 e l’11% ne ha implementate quattro
Un modello multidimensionale sviluppato dall’Osservatorio per mappare il livello di maturità digitale delle imprese agricole rivela che:
- Il 57% delle aziende è in ritardo nell’adozione di tecnologie digitali (e il 90% di queste è completamente fermo)
- Il 35% si sta muovendo verso la digitalizzazione
- Solo l’8% può essere considerato maturo dal punto di vista dell’innovazione digitale
Il divario è più marcato nelle piccole aziende, che mostrano maggiori difficoltà nell’intraprendere percorsi di digitalizzazione.
Le motivazioni alla base degli investimenti tecnologici
La ricerca evidenzia un’evoluzione nelle motivazioni che spingono le aziende agricole a investire in tecnologie digitali. Oltre alla tradizionale ricerca di efficienza e risparmio di risorse, emergono nuove aspettative:
- Incrementare la resilienza dell’azienda di fronte alle sfide climatiche
- Aumentare le rese produttive
- Esplorare, verificare e adottare nuove colture
- Misurare e migliorare le prestazioni aziendali
È significativo notare come le preoccupazioni per gli effetti del cambiamento climatico stiano influenzando le scelte tecnologiche. Le aziende sono sempre più attente a trovare soluzioni che permettano di migliorare la capacità previsionale, la gestione delle attività aziendali e la pianificazione.
Quali sono i principali ostacoli che frenano l’adozione delle tecnologie digitali nel settore agricolo italiano?
- La percezione delle aziende di essere “troppo piccole” per affrontare questo tipo di investimenti
- La difficoltà di valutare chiaramente i benefici reali del digitale
- La mancanza di competenze specifiche
- La mancanza di interoperabilità tra le diverse piattaforme e soluzioni
- Le difficoltà nel calcolare il ritorno dell’investimento
Un fattore significativo riguarda anche il ruolo degli incentivi: l’84% delle imprese che hanno scelto di adottare soluzioni di Agricoltura 4.0 ha usufruito di almeno un incentivo, evidenziando come questi strumenti siano fondamentali per stimolare l’innovazione nel settore.

Il futuro dell’AgriTech in Italia: sfide e opportunità
Per accelerare l’adozione delle tecnologie digitali nel settore agricolo italiano, l’Osservatorio Smart AgriFood 2025 identifica quattro fattori chiave:
- Incentivi mirati: continuare a supportare gli investimenti in tecnologie digitali, che hanno dimostrato di essere efficaci
- Formazione e sensibilizzazione: potenziare le iniziative di formazione per sviluppare le competenze necessarie
- Infrastrutture adeguate: garantire la copertura con rete a banda larga nelle aree rurali
- Interoperabilità dei dati: facilitare lo scambio di informazioni tra diverse piattaforme e soluzioni
Se queste sfide saranno affrontate con successo, le tecnologie data-driven potranno contribuire significativamente a migliorare la produttività, ridurre l’impatto ambientale e rafforzare la competitività delle aziende agricole italiane.
Conclusioni: verso un’agricoltura più intelligente
L’evoluzione dell’AgriTech in Italia mostra un settore in transizione verso un modello più maturo e consapevole, dove la gestione intelligente dei dati assume un ruolo centrale rispetto alla semplice meccanizzazione.
Questo cambiamento riflette la necessità delle aziende agricole di rispondere a sfide complesse come il cambiamento climatico, la volatilità dei mercati e le crescenti richieste di sostenibilità.
Per i decision maker del settore, il messaggio è chiaro: investire oggi in soluzioni data-driven non è più un’opzione, ma una necessità strategica per garantire la resilienza e la competitività delle proprie aziende nel medio-lungo termine.
Come sottolineato da Filippo Renga, CoFondatore e Coordinatore Attività Internazionali degli Osservatori Digital Innovation, “quello che non si misura non si può migliorare” e la forza dell’agricoltura moderna deve venire anche dalla capacità di far parlare i dati.
Autore: Claudia Paniconi | Responsabile Marketing DMBI
Foto di Dan Meyers su Unsplash